IN PINETA - 2

Rimango solo, i due tizi si sono presi il loro piacere e se ne vanno. La pineta è ombreggiata, fa caldo ma non c'è umido e una leggera brezza mi accarezza il corpo esile e nudo. C'è dello sperma sulla mia pelle, dal viso mi cola sul torace, mi gocciola sulle cosce e sul pube, imbrattandomi i peli. Tre uomini in neanche mezz'ora. Mi sono accoppiato con tre tizi mai visti prima, li ho amati con la bocca e ho ricevuto in cambio il loro latte, che adesso mi spalmo con carezze lente e delicate, fingendo che ad accarezzarmi sia un amante tenero che mi coccola, un amante che non ho mai avuto, perché gli uomini da me prendono senza curarsi del mio piacere. Mi accarezzo dolcemente, passo le mani sul seme che mi è stato gettato addosso, e sento dentro di me una tenerezza infinita, il desiderio di fare ancora l'amore (sesso, in realtà, ma io sento amore!), uno struggimento sensuale che mi fa quasi piangere per l'emozione. Voglio essere dolce, dolcissimo e arrendevole con il prossimo uomo che cercherà il mio corpo. Il mio pisellino durissimo gocciola per l'eccitazione, è spasmodicamente teso in avanti alla ricerca di soddisfazione, ma io mi guardo bene dal toccarlo, perché l'orgasmo arriverebbe sempre troppo precocemente. E quindi vivo questa tortura d'estasi, questa tensione d'amore talmente forte che quasi non mi accorgo che davanti a me si è parato una specie di gigante, un giovane uomo muscolosissimo e molto, molto dotato. La testa completamente rasata, nudo, si sta masturbando lentamente a due passi da me. "Dio come sei bello..." esclamo a mezza voce. "Ti piaccio?" mi domanda, ironico. "Da morire..." rispondo, senza fiato. Lo ammiro dalla testa ai piedi, è veramente statuario, la sua zona pelvica ha qualcosa di magnetico con quel membro enorme che svetta, turgido e scappucciato. Provo ad immaginare cosa deve essere farsi sodomizzare da lui... e lui sembra intuire i miei pensieri: "Lo vuoi nel culo?" mi domanda. "E' enorme..." rispondo, "non so se...". "No, infatti" risponde lui avvicinandosi; ormai mi sovrasta, il suo glande a pochi centimetri dal mio viso, "Meglio di no... apri la bocca." e mi afferra la testa con entrambe le mani. Un attimo prima di riceverlo fino in gola, riesco a sussurrare: "Ti amo...", e lui, di rimando, iniziando a scoparmi la bocca come se fosse una vagina (o un culetto): "Ma stai zitta, puttanella..." mi risponde, ridendo. Ma il fatto è che io in quel momento sento veramente di amarlo, e mi concedo a lui con la passione di una fichetta innamorata e accolgo il suo grosso membro virile (dio com'è VIRILE!) con un atto d'amore sottomesso e incondizionato. Io lo amo e come sempre, invece, come tutti prima di lui da anni, lui mi fotte. Mi fotte con pazienza, tenendomi sempre la testa con le mani, lentamente, affondando il glande fino nella mia gola e provocandomi degli accessi di tosse, di cui non si cura. Ogni tanto esce e mi dà qualche attimo di riposo, poi ricomincia. Io nudo, lui nudo, io esile e sottomesso, lui enorme, potrebbe spezzarmi in due con una mano, e questo me lo rende ancora più attraente. Non cambia il ritmo nemmeno quando viene. Due soli sussulti del pene sulla mia lingua, e lo sperma (per la quarta volta, questo pomeriggio) cola abbondante. Caldo, dolce. Io chiudo gli occhi e mugolo di gioia mentre con le mani mi torturo i capezzolini sudati, mugolo forte, voglio che senta quanto mi ha fatto felice.
Published by flinn
11 months ago
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flinn Publisher 5 months ago
to silviavarese : grazie... 
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silviavarese 5 months ago
mi emozioni tantissimo
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