30 days, 30 sins illustrated tale.




Da bambini si crede ingenuamente che la crescita sia una cosa lenta. Sì, un corno. È una sola sferzata: Sban!
Come un ramo quando qualcuno passa prima di te in un bosco.

Yann Samuell.


30 giorni, 30 peccati (illustrato)



Tutto era cominciato quasi per caso, la mattina che la nonna era andata a prendere la pensione. Giorgia era nella vasca, stava finendo di fare il bagno e Renè entrò. La prendeva in giro ma lei si accorse che la guardava in modo curioso; poi il ragazzo, tra una battuta e l’altra, minacciò di fare pipì nella vasca.
La sorella aveva intravisto altre volte il coso del fratello, ma mai così da vicino: duro e stizzito, come fosse un ramo lievemente storto.
Quell’arnese aveva attirato il suo sguardo in maniera ipnotica e il ragazzo ne aveva approfittato.
-Vuoi vedere una cosa segreta? - disse cercando di conquistare la sua curiosità. Teneva il membro all'altezza del suo viso e Giorgia faceva del suo meglio per non guardare, ma era impossibile.



Guardando senza formarsi un’idea precisa, si rendeva conto che quello che stavano facendo era proibito ma, presa così alla sprovvista, non fu in grado di porre un freno alla tresca.
Era eccitante e poi aveva sete di conoscere certi segreti, l’avrebbero messa in posizione privilegiata con le amiche.
Naturalmente, seduta nella vasca, teneva una mano proprio tra le cosce e, spontaneamente, si carezzava il clitoride gonfio.
Renè continuò rapidamente, tenendo le gambe ritte e strette, per spingere il cazzo più in fuori possibile.
- Togli la mano e fammi vedere le tette! - lei non voleva ma lui insistette e minacciò di andarsene senza farle vedere più niente. Giorgia l’accontentò. Tante volte l'aveva spiata, adesso i seni prorompenti della sorella erano tutti per lui, li toccò con le dita, carezzandoli, morboso.



- Vieni più vicino, adesso - comandò Renè e la ragazza non si volle opporre all'ordine del fratello, si vedeva che lo voleva troppo! A pochi centimetri dal pene, lo vide fermarsi.
- Eccolo, sto cacciando... - disse lui per pura libidine. Grosse gocce lattiginose schizzarono sui seni e sul viso di Giorgia, le prime erano piccolissime ma dopo arrivarono quelle più corpose e cocenti: lei voleva svenire per il piacere. Era tutto così nuovo, così bello.



Giorgia cominciò a farlo venire con le seghe, per ritrovare il profumo di quello sperma che tanto l’aveva eccitata. Poi si fece coraggio: ed iniziò a prenderlo in bocca. Qualche giorno dopo, imparò a bere la sborra calda.
Impararono insieme a leccare e succhiare; il fratello ricambiava, toccava e suggeva bene fino a farla venire con le labbra e la lingua.
Renè era troppo giovane per crearsi problemi di erezione e così tenne una media di circa sei eiaculazioni, tra il giorno e la notte, che cercavano di passare sempre insieme.
Ogni occasione era buona, le sporcava le mani, la bocca, ogni parte del corpo.
Dopo i primi giorni di giochi, una notte la raggiunse nel suo letto: però quella volta voleva di più.



Giorgia sapeva benissimo cos'era la verginità e ne temeva le conseguenze.
- Non ci pensare nemmeno – disse – dentro non te lo faccio mettere … -
- Allora te lo metto nel buco di dietro! - disse il ragazzo.
- Sei matto? – replicò la sorella sospettosa – mica si mette, lì?
- Sì che si mette, scema! Tutti i ragazzi cominciano così … - e si perse nel vago.
- Cosa vuoi dire? Anche tu lo fai? –
- Noi ragazzi, quando siamo da soli ci giochiamo… ci poggiamo il coso dietro e spingiamo; l'ho fatto con Francesco, io. –
Mentre parlava, il maledetto si era già infilato sotto le lenzuola e le pressava il pene sui reni, per farle sentire quant'era duro.



Con perspicacia, Renè abbassò il viso fino al culo di lei: liberata dalle mutandine, iniziò a leccarla. Giorgia, s’inarcò, per farsi lavorare anche in figa. Renè era bravissimo e iniziò a dedicarsi al buchetto e con la lingua ne apprezzò il sapore e l’odore aspro. Giorgia era sconvolta da quel piacere che non avrebbe immaginato di poter provare.
Si sentiva aperta, profanata e disponibile; lei stessa cominciò a desiderare ardentemente di provare cosa si sentiva durante la penetrazione, ma tacque.
Il fratello non era mai stato con un’altra. Da una parte ardeva per farsela, dall'altra non sapeva bene cosa lo aspettasse. Ma il desiderio non ascoltava ragioni, a un certo punto, la fece stendere supina e le salì addosso, cercando di non pesarle troppo. Fecero una serie di tentativi approssimativi, un paio di volte rischiò di scivolarle nella figa e per lei era difficile resistere alla tentazione. Poi riuscì a puntare l’ano, aiutandosi con le dita. Però diede un paio di spinte in modo sbagliato, procurandole una fitta e tanto spavento. Il cazzo era troppo duro e grosso per essere adoperato con leggerezza.



Finalmente le mise il glande nella fessura e la allargò in maniera repentina. Giorgia urlò e se lo tolse di sopra con uno spintone.
- Sei pazzo? Mi hai fatto male! - si voltò sul fianco, offesa e dolorante. Renè, mortificato, si rassegnò e si stese sul letto, sperando almeno in una sega liberatoria, ma poi si addormentarono, sopraffatti dalla stanchezza.
Qualche ora dopo, il ragazzo si svegliò, ancora duro. Al suo fianco, Giorgia dormiva, iniziò a carezzarla tutta, approfittando che era già nuda.
Non rinunciò e, lubrificandola a forza di saliva, le puntò di nuovo il sedere.
Il buco, rilassato, era cedevole e comunque aveva risentito della botta della sera prima. Lui pian piano fece scorrere il glande attraverso il suo prepuzio e le invase il culo.
Il giorno scoprirono che c’era del sangue sul lenzuolo e che era di Renè.



La domenica successiva la nonna andò a messa e poi a pranzo dalla sorella. I ragazzi non riuscirono a resistere, ora che avevano rapporti completi, giocarono a “marito e moglie”. Giravano nudi per casa, spadellando, guardando la tele ma, soprattutto facendo sesso, continuamente, in ogni posto della casa e in ogni posizione.
Non si contarono le volte che vennero: insieme, o separatamente.
Passarono un’altra settimana di passione.
L’uso continuo rese il culetto di Giorgia completamente disponibile, morbido e arrendevole come una vagina. Il fratello poteva incularsela in qualsiasi momento della giornata, anche nel sonno qualche volta. Si passava un po’ di saliva sul glande e la montava immediatamente: lei per facilitarlo, girava sempre per casa senza mutandine. Le piaceva essere presa, anche controvoglia. Quasi incurante, della penetrazione anale, godeva a fare l’oggetto degli orgasmi di lui.



Qualche volta, Renè le arrivava alle spalle, magari in cucina, che già si stava masturbando, perso nei suoi pensieri proibiti.
Giorgia già sapeva cosa fare: si alzava la gonna e si chinava di quel poco che avrebbe reso scorrevole la penetrazione.
Se ne stava lì tranquilla, anche vari minuti a volte, finché dai movimenti del fratello e dal respiro, capiva che era quasi all'acme, allora si allargava le natiche con le dita in modo che il suo buco sfiancato fosse facilmente rintracciabile dal fratello, che entrava subito.
Entrava nella sorella all'ultimo momento, spesso non la inculava neppure una volta: entrava, come un treno in galleria, ed emetteva tutto il liquido, depositandolo nelle budella di Giorgia e lasciandola piena.



- Ti ho detto di no! –
Erano nel letto e lui le era già sopra
- Mi fa male il culo, lo capisci? - Forse per le sollecitazioni eccessive, una pallina si era formata sullo sfintere e il loro ultimo rapporto aveva rotto l’emorroide.
- Allora lo metto davanti! - disse Renè, incapace di rinunciare. Non riusciva a rassegnarsi che tutto stava per finire.
Giorgia era pur sempre una donna e comunque si eccitava. Renè era in vantaggio, già tra le sue gambe aperte, col cazzo che voleva entrare.
I suoi 'No' divenivano sempre più fievoli, finché con un colpo solo, inarrestabile, il fratello la deflorò.
Il dolore durò un attimo, lancinante ma svanì presto.
Il piacere in vagina annientò la ragazza con un’onda elettrica: le bloccava il respiro.
Il fratello viaggiava deliziosamente su e giù e le allargava il nido; lei si avvinghiava alle sue reni con le gambe alzate, per non perdere quel contatto lussurioso.



La chiavata durò tanto, con languida e cadenzata monotonia.
Entrambi i giovani avrebbero ricordato quel piacere per sempre.
Senza bisogno delle dita, la vagina trasmise l’orgasmo a tutto il corpo.
Venne a lungo, orgasmi ripetuti, irrefrenabili e perse ogni contatto con la realtà. Renè, più preso di lei, a furia di colpi, si lasciò andare e sborrò nei meandri più profondi della sorella, con lunghe pompate.
La frittata era fatta!



Quando Renè lo tirò fuori, floscio, Giorgia corse al cesso per lavarsi e irrigarsi la figa, terrorizzata al solo pensiero delle possibili conseguenze di quel gesto irresponsabile.

FINE
Published by giessestory
10 years ago
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focusdgl15 3 years ago
complimenti
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giessestory
giessestory Publisher 7 years ago
Grazie dolci amici, il vostro sostegno è la mia più grande eccitazione
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Kumkorsaro
Kumkorsaro 9 years ago
Mi piace la storia e la mentalità che ci sta dietro....
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fuoriin60
fuoriin60 9 years ago
stupenda storia davvero!
ha gli argomenti che preferisco!
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syssy2000 9 years ago
ditemi come si fà a mettere un racconto con foto.....voglio scriverne uno e mettere foto vere ,reali.......scrivetemi in privato cosi so la risposta grazie.
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fla
fla 9 years ago
scrivi delle storie molto ben scritte e davvero eccitanti,complimenti,a letto devi essere una bella maialina anche tu :smile:
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appagante
appagante 10 years ago
Riletto per la seconda volta! Per me è indifferente l'uso delle foto, un racconto è bello proprio perchè lascia spazio all'immaginazione. :smile:
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niron 10 years ago
Molto brava, hai la fantasia molto perversa però :smile::wink:
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Cas001_965
Cas001_965 10 years ago
Stoti bellissima, foto fantastiche
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joker1233 10 years ago
bellissima storia complimenti
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Pom_Pino 10 years ago
un'altro capolavoro... lo metto tra i preferiti :wink:
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untipo50 10 years ago
bella storia....come sempre
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