LA PRIMA VOLTA IN UN CRUISING A MILANO

Aria pesante, viziata. Metà pomeriggio di un giorno infrasettimanale, ancora poca gente ma per me nessun problema, molte ore, fino a notte fonda, a mia disposizione. Il labirinto, un camerino con un bel materasso da una parte, il mio corpo esile completamente nudo adagiato su di esso, i miei pochi indumenti buttati in terra con negligenza, la porta semiaperta, come un invito. La mia eccitazione, il mio piccolo pisello eretto e umido dal desiderio. Il mio pube depilato, glabro, pallido. Qualche uomo curioso ancora indeciso sulla mia offerta di piacere. Un viavai preludio a situazioni più emozionanti. E d'un tratto ecco tre corpi intorno a me, due ragazzi sui vent'anni e un tizio di mezza età, calvo e panciuto. Le patte già aperte, i sessi duri in mostra, puntati verso di me, verso il mio desiderio. Le loro mani sulla mia pelle, le loro bocche sulla mia, i loro baci sulle mie labbra, la loro saliva nella mia gola, i loro aliti tabaccosi leggermente ripugnanti e per questo ancor di più eccitanti. I miei capezzoli oggetto di dolce tortura, pizzicotti sulle mie tettine di frocetto in calore, la lussuria cattiva ed egoista nei loro occhi come reazione alla mia totale sottomissione. La naturalezza della mia passività, io in ginocchio, un pene duro nella mia bocca, poi un altro, e poi il terzo, tra le loro risate sommesse, i loro sputi sul mio viso, il loro sudore misto alla mia saliva. I loro insulti: "puttanella", "ciucciacazzi", "stronzetto", "sborratoio". Di mano in mano. Di sesso in sesso. Io supino sul materasso, sovrastato a turno da uno dei tre in un brutale e profondo, faticoso accoppiamento orale. Tutto me stesso teso nel soddisfacimento dei loro capricci. Il respiro pesante, affannoso, di uno dei due ragazzi al momento dell'eiaculazione, la mia bocca piena del suo sperma caldo e io felice, felice come una puttanella innamorata, l'aspro sapore del seme deglutito a fatica. Via il primo, avanti l'altro ragazzo, poco tempo per lui e stesso cremoso, caldo regalo per la mio gola. La mia commozione, la mia felicità, le mie lacrime silenziose lungo le mie guance, il sapore del secondo sperma, inebriante e totale. E poi il trippone nella stessa posizione dominante degli altri due, il suo peso quasi soffocante sul mio torace. Pochi minuti o mezz'ora, chissà, di coito orale, di dolce sofferenza per me, di angosciante appagamento dei miei sensi, di squallida felicità, e anche per lui, come una liberazione, con tre sussulti violenti del pene, l'esplosione di piacere e il calore cremoso e appiccicoso nella mia bocca. Sperma dolcissimo, quest'ultimo, quasi come panna, e molto denso. Nella solitudine dell'abbandono, nella penombra del camerino ora deserto, il seme del trippone nel palmo della mia mano, ora una crema per i miei capezzolini arrossati e doloranti. Ancora molte ore per me in questo luogo di tormenti e di piacere, ancora tanta felicità.
Published by flinn
1 year ago
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