La rivolevo
Per mesi quella stupenda nigeriana con un culone da favola non si era più fatta sentire. Me la sognavo addirittura di notte, mi sembrava di sentire il sapore d l suo buco mentre mi toccavo.
Un giorno la incrociai per strada e, senza vergogna, la guardai con insistenza. Lei, ovviamente, se ne accorse e mi venne incontro per salutarmi. Dopo aver preso un caffè al bar, finalmente, mi invitò a casa sua. Eravamo sul divano, con un bicchiere di vino nei calici, quando lei se ne versò una goccia sui seni. Mi guardò con aria maliziosa ed invitante. Mi avvicinai e con la lingua sfiorai la goccia e il capezzolo. "La migliore lingua del mondo!" Sospirò mentre tenendomi per i capelli si faceva leccare i seni. Mi prese per una mano e ce ne andammo in camera da letto. Si sdraiò a gambe larghe sul letto, ed io non resistetti. Mi fiondai sulla sua fuga aperta e la scopano con la mia lingua. Sapevo che da lì a poco avrei avuto il premio se la avessi eccitata a dovere. Sobbalzava gemendo e insultandomi, dandomi ordini, tenendomi per i capelli perché tenessi il ritmo che pretendeva lei. Il suo succo iniziava a uscire, quando mi ordinò di sdraiarmi. "Ti ricordi il mio culo?" Chiese mentre lo avvicinava alla faccia? Solo a vederlo mi bagnai. Il suo dito iniziava a giocare col mio clitoride. Quella stronza. Sapeva che in quella maniera avrei fatto qualsiasi cosa. Mi accorsi che non era pulito, scostai il viso, ma lo bloccò tra le sue chiappe. Iniziò a ondeggiare, mentre il suo odore mi invase la faccia. Il suo dito lavorava sempre più veloce e ogni mio tabù venne vinto. Gemendo iniziai a leccare sempre voracemente sempre più in profondità.."si, pulisci cagna schifosa" mi ordinò. Non potevo rifiutare. Leccai trattenendo con voracità quelle chiappe immense strette al mio viso. Volevo di più. Mentre lo pensavo lo esclamai. Lei mi prese in parola e mi ordinò di odorare il buco. In quel momento lasciò uscire una scorreggia, che mi invase il viso. "Odora, troia, l ho fatta solo per te." Io ero lì lì per venire e se ne accorse, quindi si alzò. Dal cassetto del comodino tirò fuori uno strapon e lo indossò. Si sdraiò su di me, penetrandomi, mentre io le massaggiavo ancora quelle chiappe spettacolari. Mi scopò fino a farmi godere, tra insulti, urli e sberle.
Un giorno la incrociai per strada e, senza vergogna, la guardai con insistenza. Lei, ovviamente, se ne accorse e mi venne incontro per salutarmi. Dopo aver preso un caffè al bar, finalmente, mi invitò a casa sua. Eravamo sul divano, con un bicchiere di vino nei calici, quando lei se ne versò una goccia sui seni. Mi guardò con aria maliziosa ed invitante. Mi avvicinai e con la lingua sfiorai la goccia e il capezzolo. "La migliore lingua del mondo!" Sospirò mentre tenendomi per i capelli si faceva leccare i seni. Mi prese per una mano e ce ne andammo in camera da letto. Si sdraiò a gambe larghe sul letto, ed io non resistetti. Mi fiondai sulla sua fuga aperta e la scopano con la mia lingua. Sapevo che da lì a poco avrei avuto il premio se la avessi eccitata a dovere. Sobbalzava gemendo e insultandomi, dandomi ordini, tenendomi per i capelli perché tenessi il ritmo che pretendeva lei. Il suo succo iniziava a uscire, quando mi ordinò di sdraiarmi. "Ti ricordi il mio culo?" Chiese mentre lo avvicinava alla faccia? Solo a vederlo mi bagnai. Il suo dito iniziava a giocare col mio clitoride. Quella stronza. Sapeva che in quella maniera avrei fatto qualsiasi cosa. Mi accorsi che non era pulito, scostai il viso, ma lo bloccò tra le sue chiappe. Iniziò a ondeggiare, mentre il suo odore mi invase la faccia. Il suo dito lavorava sempre più veloce e ogni mio tabù venne vinto. Gemendo iniziai a leccare sempre voracemente sempre più in profondità.."si, pulisci cagna schifosa" mi ordinò. Non potevo rifiutare. Leccai trattenendo con voracità quelle chiappe immense strette al mio viso. Volevo di più. Mentre lo pensavo lo esclamai. Lei mi prese in parola e mi ordinò di odorare il buco. In quel momento lasciò uscire una scorreggia, che mi invase il viso. "Odora, troia, l ho fatta solo per te." Io ero lì lì per venire e se ne accorse, quindi si alzò. Dal cassetto del comodino tirò fuori uno strapon e lo indossò. Si sdraiò su di me, penetrandomi, mentre io le massaggiavo ancora quelle chiappe spettacolari. Mi scopò fino a farmi godere, tra insulti, urli e sberle.
2 years ago