Compagnie sbagliate
Sapeva perfettamente di avere una pessima reputazione, in troppi avevano goduto delle sue forme straripanti a quella festa e le voci giravano in fretta.
Agganciata da un aitante giovane Marisa lo seguì in una delle stanze della casa, mentre stavano avendo un rapporto e lei si trovava a gambe larghe, bloccata sotto i pesanti affondo del ragazzo, si accese la luce e nella stanza entrarono altri uomini.
La trappola era s**ttata, la preda catturata, le si fecero tutti attorno, era circondata da cazzi duri, non ebbe scampo, la spogliarono copletamente, Marisa era paralizzata dalla paura per le minacce che le aveva rivolto quello che sembrava il capo, iniziarono subito a darsi il turno su di lei, penetrazioni ostentatamente brutali, insulti e derisioni, fecero a gara per umiliarla.
Non le fu risparmiato nulla, aveva sperma ovunque, la insultarono ancora prima di andarsene, specialmente il capo, il più feroce durante tutta la faccenda, che rinnovo' le minacce.
Era turbata, certamente umiliata come non lo era mai stata, era stata "castigata" come dicevano tra di loro i porci mentre le imponevano i loro osceni capricci.
E la cosa che più la lasciava sgomenta è che le era piaciuto, si bagnava al solo pensiero del grosso cazzo del Capo, della sua arroganza, si masturbava freneticamente ripensando alle doppie penetrazioni, a tutto lo sborro ingoiato, a come era stata usata.
Era con un'amica, in un locale quando lo vide, il Capo, guardava verso di lei, ghignante diceva qualcosa ad un altro uomo, Marisa immaginava cosa.
Accompagnò l'amica a casa, poi a piedi si diresse al parcheggio, fu allora che si accorse di essere seguita, stava facendo buio, accelerò il passo, ma i due la raggiunsero prima che potesse salire in macchina.
Aveva paura Marisa, ma era eccitata, si avvicinarono, poi lui iniziò a raccontare della serata all'amico, la derisero ancora, mentre le camminavano a fianco, fino alla sua automobile.
Il parcheggio era desrto illuminato da un lampione fioco, il Capo estrasse dai pantaloni il pesante uccello, le si avvicinò, Marisa era impietrita, lui prese a masturbarsi, con lentezza, la bionda non riusciva a distogliere lo sguardo da quel cazzo che conosceva bene.
L'arrivo di un automobile, il Capo si ricompose ma avverti Marisa che presto si sarebbero rivisti, annoto il numero di targa dell'autoe la salutò insultandola.
Pochi giorni e il Capo si fece vivo,
Agganciata da un aitante giovane Marisa lo seguì in una delle stanze della casa, mentre stavano avendo un rapporto e lei si trovava a gambe larghe, bloccata sotto i pesanti affondo del ragazzo, si accese la luce e nella stanza entrarono altri uomini.
La trappola era s**ttata, la preda catturata, le si fecero tutti attorno, era circondata da cazzi duri, non ebbe scampo, la spogliarono copletamente, Marisa era paralizzata dalla paura per le minacce che le aveva rivolto quello che sembrava il capo, iniziarono subito a darsi il turno su di lei, penetrazioni ostentatamente brutali, insulti e derisioni, fecero a gara per umiliarla.
Non le fu risparmiato nulla, aveva sperma ovunque, la insultarono ancora prima di andarsene, specialmente il capo, il più feroce durante tutta la faccenda, che rinnovo' le minacce.
Era turbata, certamente umiliata come non lo era mai stata, era stata "castigata" come dicevano tra di loro i porci mentre le imponevano i loro osceni capricci.
E la cosa che più la lasciava sgomenta è che le era piaciuto, si bagnava al solo pensiero del grosso cazzo del Capo, della sua arroganza, si masturbava freneticamente ripensando alle doppie penetrazioni, a tutto lo sborro ingoiato, a come era stata usata.
Era con un'amica, in un locale quando lo vide, il Capo, guardava verso di lei, ghignante diceva qualcosa ad un altro uomo, Marisa immaginava cosa.
Accompagnò l'amica a casa, poi a piedi si diresse al parcheggio, fu allora che si accorse di essere seguita, stava facendo buio, accelerò il passo, ma i due la raggiunsero prima che potesse salire in macchina.
Aveva paura Marisa, ma era eccitata, si avvicinarono, poi lui iniziò a raccontare della serata all'amico, la derisero ancora, mentre le camminavano a fianco, fino alla sua automobile.
Il parcheggio era desrto illuminato da un lampione fioco, il Capo estrasse dai pantaloni il pesante uccello, le si avvicinò, Marisa era impietrita, lui prese a masturbarsi, con lentezza, la bionda non riusciva a distogliere lo sguardo da quel cazzo che conosceva bene.
L'arrivo di un automobile, il Capo si ricompose ma avverti Marisa che presto si sarebbero rivisti, annoto il numero di targa dell'autoe la salutò insultandola.
Pochi giorni e il Capo si fece vivo,
2 years ago