" Stefania" 05
5. IL TOTALE CAMBIAMENTO DI STEFANIA.
Quando uscii dall'ufficio mi recai in centro con l’intenzione di comprarmi qualcosa di carino per festeggiare il ritorno del mio amore, ma, in fondo, sapevo che era soprattutto per me.
Entrai in un negozio di biancheria intima. Ero l’unica cliente, la commessa, sorridendo, mi chiese subito cosa desiderassi e le spiegai che volevo un coordinato, qualcosa di seducente e moderno, ma, allo stesso tempo, particolare. Mi mostrò vari modelli di differenti gamme di prezzi; quello che colpì la mia fantasia era naturalmente il più costoso:
150 euro.
Feci, col pensiero, un balzo retrospettivo… pensai ai soldi guadagnati a casa di Nadia: guadagnati da una puttana, per vestire una puttana.
Sorrisi come una scema; la commessa mi guardò con aria interrogativa, certo chiedendosi cosa mi stava passando per la testa.
Si trattava di un completo nero di una casa francese: Madame Claire; era composto da un corpetto, col reggiseno allacciato dietro la schiena, due laccetti per reggere le calze, un perizoma.
La commessa mi chiese se volessi provarlo, disse invitante: “Su, lo provi! Le starà benissimo, venga con me di là!”
Rifiutai, le dissi che andava bene così e che la foto che mostrava la modella sulla confezione, mi aveva convinta. Era quello che cercavo. Mi fece un pacchetto, pagai, prendendo dal portafoglio i soldi che mi aveva dato Nadia. Li avevo infilati in uno scomparto che utilizzo per i documenti, ero eccitata: rivedevo, in una serie di flash, quello che avevo fatto da Nadia e ricordavo le parole che mi aveva detto: “Quando penserai a quello che hai fatto per questi soldi, rivivrai tutti i momenti, ti ecciterai, godrai ancora”
Pensavo a mia sorella, a quello che mi aveva raccontato, di come l’avevano scopata i due sconosciuti, e a come aveva tradito Luca.
La commessa mi distolse dai pensieri, dicendo: “Vedrà che le starà benissimo; se ci fosse qualcosa che non va, torni pure e glielo cambierò, ma ricordi di conservare lo scontrino” Mentre parlava, si passò la lingua sulle labbra inumidendole, e si accarezzò un seno. Era una bella ragazza, giovane, al massimo ventritre anni, bionda, formosa.
Pensai subito che fosse lesbica, ma non so perché lo pensai. Istintivamente le sfiorai il viso con la mano, la accarezzai dolcemente; lei mi sorrise. Mentre avevo il palmo della mano a contatto della sua guancia, le passai il pollice sulle labbra ancora umide di saliva; lei socchiuse la bocca, ed estrasse la lingua che sfiorò il mio dito.
“Grazie!” Le dissi.
Mi avviai verso la porta, e la sua voce mi inseguì: “Farei qualsiasi cosa per una donna come te!” Lo disse forte, sicura di
sé.
Mi volsi, la guardai intensamente e risposi: “Chissà; magari un’altra volta! Ma… guarda che sono molto esigente!”
Mi venne incontro, quasi correndo, mi diede un biglietto da visita del negozio, e disse: “Spero che sia presto!.....”
Ero cambiata… in macchina ridevo, facevo battute cretine, mi dicevo: “Con le lesbiche ti andresti a mettere?”
Pensavo a quello che mi aveva detto: “Farei qualsiasi cosa!”
Cosa mi sarei fatta fare? Cosa le avrei detto? “Leccami i piedi stronzetta, passala bene fra le dita; lecca la mia fighetta e il culo”
La leccherei? La sculaccerei? Mi fermai su questa domanda. Mi stavo chiedendo se avrei voluta sottometterla…. oh sì! Le schiaffeggerei la fighetta… e anche le chiappette fino a farle diventare rosse come il fuoco….
“Stai diventando una depravata…” mi dissi e lo dissi forte.
Il cellulare interruppe queste sconce congetture: era Andrea appena atterrato, stava andando da Mario. “Ciao amore! – disse con un accenno d’ansia nella voce - Non vedo l’ora di vederti… e di scoparti; sono eccitato!..... Guarda che non ho limiti!”
“Stai tranquillo, nessun limite, puoi fare di me quello che vuoi…. Adesso divertiti porcellone, ti aspetto sveglia, ho una sorpresa per te!”
“Guarda che io non resisto, sono troppo eccitato!...”
“Meglio!” gli dissi con tono goloso.
“Se passassi un attimo a posare i bagagli? – propose - Magari un pompino veloce prima di cena!”
Con decisione gli risposi: “Niente di veloce, voglio mangiarti, devi godere!... Divertiti e non pensarmi troppo!”
Ero fradicia, ero eccitata; dopo la doccia, indossai il corpetto e le calze, che fatica!!... Non ero abituata a certe cose; mi stavo guardando allo specchio: ero bella, non me l’ero mai detto prima, stavo bene.
Sì, stavo bene con quel completo nero che faceva risaltare le forme del mio culo, che era esposto dietro; valorizzava le gambe lunghe e le cosce, vicino all'inguine: erano scoperte, mi accarezzai quel punto: era liscio, sensibile.
Il seno stava tirato su, ben eretto, con i capezzoli ritti, ruvidi, increspati; li toccai, li strinsi, provai un brivido di eccitazione che mi percorse tutto il corpo.
Indossai il perizoma, mi sdraiai, e la prima cosa che vidi furono le mie natiche esposte con quel filo di stoffa nel mezzo che si allargava verso l’alto, facendo risaltare ancora di più lo spacco tra i glutei; lo sentivo sulle labbra della vagina…. sui peli: mi forzava le natiche ad aprirsi, mi sentivo bagnata, lo tolsi, non volevo sporcarlo.
Andai in salotto così, con le scarpe nere, col tacco di 10 centimetri: era una vita che non le calzavo.
Le scarpe nere, il corpetto nero legato dietro, il tutto risaltava sulla mia pelle chiara creando un contrasto eccitante e seducente..
Sedetti sulla poltrona, mi sfiorai il fiore, ero bagnata, avevo il clitoride ruvido, eretto. Spinsi la poltrona davanti allo specchio, avevo le gambe divaricate sui braccioli; lo specchio rifletteva l’immagine di una donna eccitata, oscenamente esposta, con le gambe spalancate che mostrava il suo bocciolo umido e il culo sporgente. Si vedeva benissimo l’anello scuro dello sfintere anale che risaltava tra quella carne bianca; i peli non riuscivano a coprire quelle labbra che erano bagnate e aperte e che non nascondevano il rosso della carne umida di eccitazione.
Mi stavo toccando, penetrando, avevo dei flash in testa, come dei film che mostravano Stefania che dava schiaffi sulla figa depilata di una ragazza bionda e che affondava due dita vogliose dentro una fighetta liscia .
Vedevo Stefania, la nuova Stefania, che pisciava sul corpo di una ragazzina che la chiamava padrona, mentre Andrea le riempiva la bocca di sperma.
Arrivai ad un orgasmo prolungato, veloce e violento: ero fradicia, ero eccitata. Avrei fatto qualsiasi cosa per chiunque in quel momento. Mi resi conto che quando ero in quello stato, non esistevano più regole, non avevo più limiti, volevo, volevo… volevo…….
Presi il cellulare dalla borsa, e chiamai Nadia: “Ciao! Sono Stefania”
“Ciao tesoro, era ora! Avrei voluto chiamarti. Mi hanno fatto una proposta che vede anche te coinvolta”
“Che proposta?”
“Mi ha chiamata il primario, te lo ricordi?... Non ti fa più male la passerina? Sai, con quella bestia…. Comunque una proposta interessante, non so se dirtelo, temo che poi non riusciresti a dormire”
Spinta dalla curiosità risposi: “Dai!... non lasciarmi sulle spine, poi, ormai non mi scandalizza più niente!”
Nadia, accorgendosi della mia eccitazione, chiese: “Cos'hai combinato ancora? Sei un fuoco, lo sento, da quando ti ho incontrata la prima volta, mi dai questa sensazione”
Io insistendo ripresi la domanda: “Allora mi dici della proposta?”
Nadia, con convinzione, rispose: “5000 euro, sei ore con sei porci”
Io esclamai con stupore: “Cosa? Non ho capito!... Io con sei uomini?”
Lei rispose decisa: “No! sei uomini con me e te…. se includessimo qualcun altro, allora guadagneremmo di meno. Mi ha già dato le foto dei partecipanti; sai, dobbiamo essere sicure di non incontrare persone indesiderate”
Io dubbiosa risposi: “Non ci faranno del male?”
Lei con sicurezza mi rispose: “No! Ti assicuro che non ci saranno né segni, né sadomaso: solo sesso; ma tutto è permesso, hai capito?”
Io, ancora incredula per l’entità della cifra, le domandai: “5000 euro per scoparci? Sei contro due?.... Tu conosci qualcuno disposto a fare giochi perversi?”
Nadia disse ancora: “Certo io preferirei che ci fossimo solo noi due: 2500 euro a testa, sarebbe un bel guadagno. Sei cazzi tutti per noi. hmmmmm!.... Pensa a quanta sborra potrai bere. Ma devi tener conto che il mio amico primario vuole rompere il tuo culetto; questo lo ha puntualizzato”
Con un po’ di paura le risposi: “Cosa? Quel mostro mi spacca in due!... Sono qui che tremo solo al pensiero….. Poi… l’ho già promesso a mio marito che ce l’ha normale; pensa a quel cazzone che mi entra nel mio culetto! No; io non ci sto!”
Nadia per rassicurarmi disse: “Stai tranquilla, non farà danni, piuttosto non masturbarti troppo! Guarda che non ti faranno solo il culo, dovrai bere sborra, piscio…. vorranno scoparti in tutti i buchi contemporaneamente. Ti consiglio di tenerti libero il giorno dopo, perché non ce la farai a recuperare in una sola notte”
“No! Io non vengo, non ci sto!”
“Senti, stai tranquilla, non fasciarti la testa; trascorri un bel week end così ci pensi su. Aspetto una tua risposta e magari una tua gradita visita la prossima settimana. Ciao!... mi manca la tua bocca… la tua fighetta!”
Io, ancora indecisa, le risposi: “Nadia, sono un po’ confusa….. ci penso su e te lo faccio sapere. Ciao!”
Aveva riagganciato, io invece avevo ancora il cellulare in mano, i flash aumentavano, guardai lo specchio: ero sempre più esposta, più bagnata. Rimisi la poltrona al suo posto e andai a farmi un bidet per rinfrescarmi: ero liscia, e sempre più eccitata.
Cercai di pensare ad altre cose; indossai il perizoma; guardai un po’ di televisione.
Era quasi mezzanotte quando sentii il rumore dell’ascensore che saliva e si fermava al piano: era Andrea che entrava con la sua valigia. Io mi nascosi dietro il battente mentre lui l’apriva; solo quando lo richiuse mi vide. Mi ammirò, lasciò cadere la valigia, mi abbracciò, lo abbracciai, ci baciammo, la sua lingua in profondità nella mia bocca.
Ero eccitata, mi era mancato. Sentivo le sue mani ovunque: mi toccava le tette libere dal capezzolo in su. Mi toccava e mi stringeva il culo, lasciato scoperto dal minuscolo perizoma. Continuavamo a baciarci in modo appassionato; lo stringevo, sentivo la sua eccitazione sul mio corpo.
Lui eccitato disse: “Che figa che sei! Sei bellissima, fatti vedere bene”
Mi spinse verso il tavolino che abbiamo in salotto. Io mi appoggiai al muro, sollevai la gamba destra , e l’appoggiai sul tavolino mentre mi accarezzavo le tette.Avevo allargato le gambe, lui si stava sciogliendo la cravatta che finì a terra insieme alla giacca e alla camicia.
“Dai – mi incitò - toccati la figa, fammi vedere quanto sei porca”
Io scostai il perizoma, e incominciai ad accarezzarmi la figa in fiamme.
“Dai – riprese - Fammi vedere il culo!”
Mi inginocchiai sul tavolino con il culo esposto; sentii le sue mani accarezzarmi, e le dita scorrere sopra la stoffa del perizoma, partendo da sopra il clitoride, per arrivare alla cordicella sul mio ano.
“Dio, quanto ti ho desiderata! – ansimò – Non ho fatto che pensare alla tua figa, al tuo culo, alla tua bocca, e a quanto ti voglio…. Troia!!”
Mi scostò il perizoma e infilò il dito nella vagina grondante umori, entrò senza fatica, ed intanto lo ruotava dentro la mia fighetta; lo tolse, lo appoggiò contro il buchino stretto del mio culetto, spinse leggermente, senza entrare… sentivo il suo alito vicino e la sua lingua, la sua saliva sul mio ano.
Le dita dentro la mia figa erano diventate due, andavano dentro e fuori, le ruotava, mentre la sua lingua spingeva, cercando di ammorbidire il buco vergine del mio culetto; depositò un po’ di saliva sul suo dito ed io, per facilitare la penetrazione, spinsi fuori, come aveva detto Daniela….. Questa volta lo sentivo dentro, era una strana sensazione.
“Sei stretta… vuoi che continui?” ansimò Andrea al colmo dell’eccitazione
“Non smettere, ti prego, fammi quello che vuoi… fammi godere!”
Tirò fuori il dito, lo lubrificò ancora con la sua saliva e lo rimise dentro per un po’, scopandomi nel culo. Mi passò davanti; mentre continuava ad incularmi col suo dito e chiese .”Succhiami un po’, dai!... fammi un pompino.”
Imboccai il suo cazzo; era bello, lo bagnai, era eccitato in piena erezione.
Sentivo Andrea che spingeva il suo dito fino in fondo al mio culetto, sempre più veloce.
Ingoiai il suo cazzo completamente, lo sentivo in gola e lo udii dire: “Sei una troia, sei la mia troia!”
Mi tolse il dito dal culo, se lo infilò in bocca, bagnandolo di saliva, e, insieme ad un altro dito, mi penetrò di nuovo. Mi lamentai, ma il suo cazzo che avevo in bocca, mi impediva di parlare. Mi stava scopando in bocca e, contemporaneamente, mi inculava con due dita, infilate fino in fondo nel mio culo.
Mi fece tirare su e mi portò sul letto; si era scostato, vidi che il suo cazzo era lungo e duro. Mi sfilò il perizoma, mi inginocchiai, pensando che mi volesse prendere dal di dietro, invece prese i nostri due cuscini e mi ci fece adagiare sopra in posizione supina, poi mi sollevò e piegò le gambe in su, facendomele appoggiare con le ginocchia contro i seni.
Mi scopò la figa col cazzo, e, contemporaneamente, il culo con le sue dita, lubrificandole di tanto in tanto con la saliva.
Lo vidi tirarsi sù ed appoggiare il suo cazzo vicino alla mia figa. In un solo colpo infilò quel bastone di ferro fino in fondo: rimasi senza fiato quando lo sentii penetrare tutto dentro al mio culetto.
“Fai piano ti prego!” implorai
Mi disse: “Ti amo!”
Lo sentii penetrare, io spingevo per facilitare la penetrazione, come se dovessi defecare, non avevo mai sentito quella carne così dura, così grossa, non finiva mai….
Si fermò, lo sentii uscire, per rientrare ancora subito dopo: un po’ dentro, un po’ fuori. Poi cominciò ad incularmi dolcemente: mi sentivo piena, mi toccavo la figa e il clitoride, lui mi scopava nel culo. Lo sentivo tutto dentro, fino in fondo, non mi faceva male, sentivo comunque del fastidio, come se mi stessero strappando lentamente la carne nelle viscere e nello sfintere. Penetrai con le dita all'interno della vagina, cercando di percepire il passaggio del suo cazzo attraverso la membrana che separa il sesso dall'intestino.
Mi disse che era troppo eccitato e che voleva sborrare.
Io lo fermai dicendogli: “Nooo, aspetta… fammi godere… ti prego!”
Continuò con più vigore e decisione, lo vidi concentrarsi e affondare dentro a tutta forza; lo sentii dire: “Ti spacco il culo, puttana!”
Venni tra gli spasmi, urlavo, tremavo, vibravo….. Lui si fermò dentro di me in profondità.
Io, al fine, mi calmai e cercai di distendere le gambe che mi facevano male; lui mi disse: “Stai così , non muoverti”
Sfilò il cazzo dal mio culo che rilasciò del rumore volgare: non mi vergognai, anzi, mi eccitò ancora di più; anche lui provò la stessa sensazione, si spostò più avanti: avevo la sua cappella all'altezza della mia bocca, e mi disse: “Apri la bocca dai!”
Lo feci, mi leccai le labbra e spalancai la bocca, lui con la mano sul cazzo fece un paio di volte su e giù; un primo schizzo potente mi colpì in piena faccia, creando una striscia bianca, che attraversava il collo per finire sul nero del corpetto che indossavo. Lui si chinò su di me, schiacciandomi ancora di più le gambe contro i seni; un altro schizzo corposo, denso, mi finì direttamente in gola provocandomi un conato; lo trattenni, avevo la bocca piena, ancora un altro schizzo sempre nella mia bocca , non finiva più di eiaculare.
Era stato di parola.
Mi disse: “Dai, ingoialo tutto!”
Io spalancai la bocca e tirai fuori leggermente la lingua che sentivo coperta di sperma, gliela mostrai; come avevo visto fare a Nadia; deglutii, ingoiando tutto il liquido e facendo schioccare la bocca, come si fa dopo aver bevuto un sorso di vino prelibato.
Si sdraiò al mio fianco: dovevo essere in uno stato pietoso, avevo sperma da tutte le parti, nei capelli, in faccia, sui seni. Lo guardai e mi venne spontaneo dirgli: “È stato bellissimo! ho provato qualcosa di inaspettato, di inimmaginabile. Ti amo!”
Lui mi accarezzò la faccia sporca di sperma, e disse: “Ti ho sporcato tutta, non avevo mai goduto così, sono ancora eccitato”
Spostai lo sguardo verso il suo membro, notai che era ancora duro, eretto. Mi sollevai, posizionandomici sopra a cavalcioni, mi penetrai da sola e cominciai a cavalcarlo, prima lentamente, e poi sempre più veloce. Mi chinai su di lui, ci baciammo dolcemente.
Gli domandai: “Non ti fa schifo baciarmi, e sentire il sapore del tuo sperma?” In quel momento mi sentivo totalmente sincera e spontanea.
“Non mi fa schifo niente – rispose altrettanto sincero - insieme possiamo fare tutto”
Sentii le sue dita che mi penetravano nuovamente dietro, nel buco del culetto che mi bruciava un po’. Le muoveva su e giù e le ruotava; accelerai un po’ il ritmo e lui mi seguiva. Mentre continuavamo a baciarci; mi sussurrò: “Ti piacerebbe se ci fosse un altro uomo dietro di te che ti inculasse?”
Io sospirai, lui penetrò più in profondità, sia con le dita, che con il cazzo ed insistette: “Dimmi…. dimmelo che vorresti un altro uomo che ti inculasse col suo cazzo grosso e duro nel tuo culetto!”
Io risposi: “Sì!... tutto quello che vuoi tu, lo voglio pure io!”
Sentii il suo liquido caldo riempirmi….. restammo immobili per molto tempo, teneramente abbracciati, godendo del reciproco possesso.
Deleted
Quando uscii dall'ufficio mi recai in centro con l’intenzione di comprarmi qualcosa di carino per festeggiare il ritorno del mio amore, ma, in fondo, sapevo che era soprattutto per me.
Entrai in un negozio di biancheria intima. Ero l’unica cliente, la commessa, sorridendo, mi chiese subito cosa desiderassi e le spiegai che volevo un coordinato, qualcosa di seducente e moderno, ma, allo stesso tempo, particolare. Mi mostrò vari modelli di differenti gamme di prezzi; quello che colpì la mia fantasia era naturalmente il più costoso:
150 euro.
Feci, col pensiero, un balzo retrospettivo… pensai ai soldi guadagnati a casa di Nadia: guadagnati da una puttana, per vestire una puttana.
Sorrisi come una scema; la commessa mi guardò con aria interrogativa, certo chiedendosi cosa mi stava passando per la testa.
Si trattava di un completo nero di una casa francese: Madame Claire; era composto da un corpetto, col reggiseno allacciato dietro la schiena, due laccetti per reggere le calze, un perizoma.
La commessa mi chiese se volessi provarlo, disse invitante: “Su, lo provi! Le starà benissimo, venga con me di là!”
Rifiutai, le dissi che andava bene così e che la foto che mostrava la modella sulla confezione, mi aveva convinta. Era quello che cercavo. Mi fece un pacchetto, pagai, prendendo dal portafoglio i soldi che mi aveva dato Nadia. Li avevo infilati in uno scomparto che utilizzo per i documenti, ero eccitata: rivedevo, in una serie di flash, quello che avevo fatto da Nadia e ricordavo le parole che mi aveva detto: “Quando penserai a quello che hai fatto per questi soldi, rivivrai tutti i momenti, ti ecciterai, godrai ancora”
Pensavo a mia sorella, a quello che mi aveva raccontato, di come l’avevano scopata i due sconosciuti, e a come aveva tradito Luca.
La commessa mi distolse dai pensieri, dicendo: “Vedrà che le starà benissimo; se ci fosse qualcosa che non va, torni pure e glielo cambierò, ma ricordi di conservare lo scontrino” Mentre parlava, si passò la lingua sulle labbra inumidendole, e si accarezzò un seno. Era una bella ragazza, giovane, al massimo ventritre anni, bionda, formosa.
Pensai subito che fosse lesbica, ma non so perché lo pensai. Istintivamente le sfiorai il viso con la mano, la accarezzai dolcemente; lei mi sorrise. Mentre avevo il palmo della mano a contatto della sua guancia, le passai il pollice sulle labbra ancora umide di saliva; lei socchiuse la bocca, ed estrasse la lingua che sfiorò il mio dito.
“Grazie!” Le dissi.
Mi avviai verso la porta, e la sua voce mi inseguì: “Farei qualsiasi cosa per una donna come te!” Lo disse forte, sicura di
sé.
Mi volsi, la guardai intensamente e risposi: “Chissà; magari un’altra volta! Ma… guarda che sono molto esigente!”
Mi venne incontro, quasi correndo, mi diede un biglietto da visita del negozio, e disse: “Spero che sia presto!.....”
Ero cambiata… in macchina ridevo, facevo battute cretine, mi dicevo: “Con le lesbiche ti andresti a mettere?”
Pensavo a quello che mi aveva detto: “Farei qualsiasi cosa!”
Cosa mi sarei fatta fare? Cosa le avrei detto? “Leccami i piedi stronzetta, passala bene fra le dita; lecca la mia fighetta e il culo”
La leccherei? La sculaccerei? Mi fermai su questa domanda. Mi stavo chiedendo se avrei voluta sottometterla…. oh sì! Le schiaffeggerei la fighetta… e anche le chiappette fino a farle diventare rosse come il fuoco….
“Stai diventando una depravata…” mi dissi e lo dissi forte.
Il cellulare interruppe queste sconce congetture: era Andrea appena atterrato, stava andando da Mario. “Ciao amore! – disse con un accenno d’ansia nella voce - Non vedo l’ora di vederti… e di scoparti; sono eccitato!..... Guarda che non ho limiti!”
“Stai tranquillo, nessun limite, puoi fare di me quello che vuoi…. Adesso divertiti porcellone, ti aspetto sveglia, ho una sorpresa per te!”
“Guarda che io non resisto, sono troppo eccitato!...”
“Meglio!” gli dissi con tono goloso.
“Se passassi un attimo a posare i bagagli? – propose - Magari un pompino veloce prima di cena!”
Con decisione gli risposi: “Niente di veloce, voglio mangiarti, devi godere!... Divertiti e non pensarmi troppo!”
Ero fradicia, ero eccitata; dopo la doccia, indossai il corpetto e le calze, che fatica!!... Non ero abituata a certe cose; mi stavo guardando allo specchio: ero bella, non me l’ero mai detto prima, stavo bene.
Sì, stavo bene con quel completo nero che faceva risaltare le forme del mio culo, che era esposto dietro; valorizzava le gambe lunghe e le cosce, vicino all'inguine: erano scoperte, mi accarezzai quel punto: era liscio, sensibile.
Il seno stava tirato su, ben eretto, con i capezzoli ritti, ruvidi, increspati; li toccai, li strinsi, provai un brivido di eccitazione che mi percorse tutto il corpo.
Indossai il perizoma, mi sdraiai, e la prima cosa che vidi furono le mie natiche esposte con quel filo di stoffa nel mezzo che si allargava verso l’alto, facendo risaltare ancora di più lo spacco tra i glutei; lo sentivo sulle labbra della vagina…. sui peli: mi forzava le natiche ad aprirsi, mi sentivo bagnata, lo tolsi, non volevo sporcarlo.
Andai in salotto così, con le scarpe nere, col tacco di 10 centimetri: era una vita che non le calzavo.
Le scarpe nere, il corpetto nero legato dietro, il tutto risaltava sulla mia pelle chiara creando un contrasto eccitante e seducente..
Sedetti sulla poltrona, mi sfiorai il fiore, ero bagnata, avevo il clitoride ruvido, eretto. Spinsi la poltrona davanti allo specchio, avevo le gambe divaricate sui braccioli; lo specchio rifletteva l’immagine di una donna eccitata, oscenamente esposta, con le gambe spalancate che mostrava il suo bocciolo umido e il culo sporgente. Si vedeva benissimo l’anello scuro dello sfintere anale che risaltava tra quella carne bianca; i peli non riuscivano a coprire quelle labbra che erano bagnate e aperte e che non nascondevano il rosso della carne umida di eccitazione.
Mi stavo toccando, penetrando, avevo dei flash in testa, come dei film che mostravano Stefania che dava schiaffi sulla figa depilata di una ragazza bionda e che affondava due dita vogliose dentro una fighetta liscia .
Vedevo Stefania, la nuova Stefania, che pisciava sul corpo di una ragazzina che la chiamava padrona, mentre Andrea le riempiva la bocca di sperma.
Arrivai ad un orgasmo prolungato, veloce e violento: ero fradicia, ero eccitata. Avrei fatto qualsiasi cosa per chiunque in quel momento. Mi resi conto che quando ero in quello stato, non esistevano più regole, non avevo più limiti, volevo, volevo… volevo…….
Presi il cellulare dalla borsa, e chiamai Nadia: “Ciao! Sono Stefania”
“Ciao tesoro, era ora! Avrei voluto chiamarti. Mi hanno fatto una proposta che vede anche te coinvolta”
“Che proposta?”
“Mi ha chiamata il primario, te lo ricordi?... Non ti fa più male la passerina? Sai, con quella bestia…. Comunque una proposta interessante, non so se dirtelo, temo che poi non riusciresti a dormire”
Spinta dalla curiosità risposi: “Dai!... non lasciarmi sulle spine, poi, ormai non mi scandalizza più niente!”
Nadia, accorgendosi della mia eccitazione, chiese: “Cos'hai combinato ancora? Sei un fuoco, lo sento, da quando ti ho incontrata la prima volta, mi dai questa sensazione”
Io insistendo ripresi la domanda: “Allora mi dici della proposta?”
Nadia, con convinzione, rispose: “5000 euro, sei ore con sei porci”
Io esclamai con stupore: “Cosa? Non ho capito!... Io con sei uomini?”
Lei rispose decisa: “No! sei uomini con me e te…. se includessimo qualcun altro, allora guadagneremmo di meno. Mi ha già dato le foto dei partecipanti; sai, dobbiamo essere sicure di non incontrare persone indesiderate”
Io dubbiosa risposi: “Non ci faranno del male?”
Lei con sicurezza mi rispose: “No! Ti assicuro che non ci saranno né segni, né sadomaso: solo sesso; ma tutto è permesso, hai capito?”
Io, ancora incredula per l’entità della cifra, le domandai: “5000 euro per scoparci? Sei contro due?.... Tu conosci qualcuno disposto a fare giochi perversi?”
Nadia disse ancora: “Certo io preferirei che ci fossimo solo noi due: 2500 euro a testa, sarebbe un bel guadagno. Sei cazzi tutti per noi. hmmmmm!.... Pensa a quanta sborra potrai bere. Ma devi tener conto che il mio amico primario vuole rompere il tuo culetto; questo lo ha puntualizzato”
Con un po’ di paura le risposi: “Cosa? Quel mostro mi spacca in due!... Sono qui che tremo solo al pensiero….. Poi… l’ho già promesso a mio marito che ce l’ha normale; pensa a quel cazzone che mi entra nel mio culetto! No; io non ci sto!”
Nadia per rassicurarmi disse: “Stai tranquilla, non farà danni, piuttosto non masturbarti troppo! Guarda che non ti faranno solo il culo, dovrai bere sborra, piscio…. vorranno scoparti in tutti i buchi contemporaneamente. Ti consiglio di tenerti libero il giorno dopo, perché non ce la farai a recuperare in una sola notte”
“No! Io non vengo, non ci sto!”
“Senti, stai tranquilla, non fasciarti la testa; trascorri un bel week end così ci pensi su. Aspetto una tua risposta e magari una tua gradita visita la prossima settimana. Ciao!... mi manca la tua bocca… la tua fighetta!”
Io, ancora indecisa, le risposi: “Nadia, sono un po’ confusa….. ci penso su e te lo faccio sapere. Ciao!”
Aveva riagganciato, io invece avevo ancora il cellulare in mano, i flash aumentavano, guardai lo specchio: ero sempre più esposta, più bagnata. Rimisi la poltrona al suo posto e andai a farmi un bidet per rinfrescarmi: ero liscia, e sempre più eccitata.
Cercai di pensare ad altre cose; indossai il perizoma; guardai un po’ di televisione.
Era quasi mezzanotte quando sentii il rumore dell’ascensore che saliva e si fermava al piano: era Andrea che entrava con la sua valigia. Io mi nascosi dietro il battente mentre lui l’apriva; solo quando lo richiuse mi vide. Mi ammirò, lasciò cadere la valigia, mi abbracciò, lo abbracciai, ci baciammo, la sua lingua in profondità nella mia bocca.
Ero eccitata, mi era mancato. Sentivo le sue mani ovunque: mi toccava le tette libere dal capezzolo in su. Mi toccava e mi stringeva il culo, lasciato scoperto dal minuscolo perizoma. Continuavamo a baciarci in modo appassionato; lo stringevo, sentivo la sua eccitazione sul mio corpo.
Lui eccitato disse: “Che figa che sei! Sei bellissima, fatti vedere bene”
Mi spinse verso il tavolino che abbiamo in salotto. Io mi appoggiai al muro, sollevai la gamba destra , e l’appoggiai sul tavolino mentre mi accarezzavo le tette.Avevo allargato le gambe, lui si stava sciogliendo la cravatta che finì a terra insieme alla giacca e alla camicia.
“Dai – mi incitò - toccati la figa, fammi vedere quanto sei porca”
Io scostai il perizoma, e incominciai ad accarezzarmi la figa in fiamme.
“Dai – riprese - Fammi vedere il culo!”
Mi inginocchiai sul tavolino con il culo esposto; sentii le sue mani accarezzarmi, e le dita scorrere sopra la stoffa del perizoma, partendo da sopra il clitoride, per arrivare alla cordicella sul mio ano.
“Dio, quanto ti ho desiderata! – ansimò – Non ho fatto che pensare alla tua figa, al tuo culo, alla tua bocca, e a quanto ti voglio…. Troia!!”
Mi scostò il perizoma e infilò il dito nella vagina grondante umori, entrò senza fatica, ed intanto lo ruotava dentro la mia fighetta; lo tolse, lo appoggiò contro il buchino stretto del mio culetto, spinse leggermente, senza entrare… sentivo il suo alito vicino e la sua lingua, la sua saliva sul mio ano.
Le dita dentro la mia figa erano diventate due, andavano dentro e fuori, le ruotava, mentre la sua lingua spingeva, cercando di ammorbidire il buco vergine del mio culetto; depositò un po’ di saliva sul suo dito ed io, per facilitare la penetrazione, spinsi fuori, come aveva detto Daniela….. Questa volta lo sentivo dentro, era una strana sensazione.
“Sei stretta… vuoi che continui?” ansimò Andrea al colmo dell’eccitazione
“Non smettere, ti prego, fammi quello che vuoi… fammi godere!”
Tirò fuori il dito, lo lubrificò ancora con la sua saliva e lo rimise dentro per un po’, scopandomi nel culo. Mi passò davanti; mentre continuava ad incularmi col suo dito e chiese .”Succhiami un po’, dai!... fammi un pompino.”
Imboccai il suo cazzo; era bello, lo bagnai, era eccitato in piena erezione.
Sentivo Andrea che spingeva il suo dito fino in fondo al mio culetto, sempre più veloce.
Ingoiai il suo cazzo completamente, lo sentivo in gola e lo udii dire: “Sei una troia, sei la mia troia!”
Mi tolse il dito dal culo, se lo infilò in bocca, bagnandolo di saliva, e, insieme ad un altro dito, mi penetrò di nuovo. Mi lamentai, ma il suo cazzo che avevo in bocca, mi impediva di parlare. Mi stava scopando in bocca e, contemporaneamente, mi inculava con due dita, infilate fino in fondo nel mio culo.
Mi fece tirare su e mi portò sul letto; si era scostato, vidi che il suo cazzo era lungo e duro. Mi sfilò il perizoma, mi inginocchiai, pensando che mi volesse prendere dal di dietro, invece prese i nostri due cuscini e mi ci fece adagiare sopra in posizione supina, poi mi sollevò e piegò le gambe in su, facendomele appoggiare con le ginocchia contro i seni.
Mi scopò la figa col cazzo, e, contemporaneamente, il culo con le sue dita, lubrificandole di tanto in tanto con la saliva.
Lo vidi tirarsi sù ed appoggiare il suo cazzo vicino alla mia figa. In un solo colpo infilò quel bastone di ferro fino in fondo: rimasi senza fiato quando lo sentii penetrare tutto dentro al mio culetto.
“Fai piano ti prego!” implorai
Mi disse: “Ti amo!”
Lo sentii penetrare, io spingevo per facilitare la penetrazione, come se dovessi defecare, non avevo mai sentito quella carne così dura, così grossa, non finiva mai….
Si fermò, lo sentii uscire, per rientrare ancora subito dopo: un po’ dentro, un po’ fuori. Poi cominciò ad incularmi dolcemente: mi sentivo piena, mi toccavo la figa e il clitoride, lui mi scopava nel culo. Lo sentivo tutto dentro, fino in fondo, non mi faceva male, sentivo comunque del fastidio, come se mi stessero strappando lentamente la carne nelle viscere e nello sfintere. Penetrai con le dita all'interno della vagina, cercando di percepire il passaggio del suo cazzo attraverso la membrana che separa il sesso dall'intestino.
Mi disse che era troppo eccitato e che voleva sborrare.
Io lo fermai dicendogli: “Nooo, aspetta… fammi godere… ti prego!”
Continuò con più vigore e decisione, lo vidi concentrarsi e affondare dentro a tutta forza; lo sentii dire: “Ti spacco il culo, puttana!”
Venni tra gli spasmi, urlavo, tremavo, vibravo….. Lui si fermò dentro di me in profondità.
Io, al fine, mi calmai e cercai di distendere le gambe che mi facevano male; lui mi disse: “Stai così , non muoverti”
Sfilò il cazzo dal mio culo che rilasciò del rumore volgare: non mi vergognai, anzi, mi eccitò ancora di più; anche lui provò la stessa sensazione, si spostò più avanti: avevo la sua cappella all'altezza della mia bocca, e mi disse: “Apri la bocca dai!”
Lo feci, mi leccai le labbra e spalancai la bocca, lui con la mano sul cazzo fece un paio di volte su e giù; un primo schizzo potente mi colpì in piena faccia, creando una striscia bianca, che attraversava il collo per finire sul nero del corpetto che indossavo. Lui si chinò su di me, schiacciandomi ancora di più le gambe contro i seni; un altro schizzo corposo, denso, mi finì direttamente in gola provocandomi un conato; lo trattenni, avevo la bocca piena, ancora un altro schizzo sempre nella mia bocca , non finiva più di eiaculare.
Era stato di parola.
Mi disse: “Dai, ingoialo tutto!”
Io spalancai la bocca e tirai fuori leggermente la lingua che sentivo coperta di sperma, gliela mostrai; come avevo visto fare a Nadia; deglutii, ingoiando tutto il liquido e facendo schioccare la bocca, come si fa dopo aver bevuto un sorso di vino prelibato.
Si sdraiò al mio fianco: dovevo essere in uno stato pietoso, avevo sperma da tutte le parti, nei capelli, in faccia, sui seni. Lo guardai e mi venne spontaneo dirgli: “È stato bellissimo! ho provato qualcosa di inaspettato, di inimmaginabile. Ti amo!”
Lui mi accarezzò la faccia sporca di sperma, e disse: “Ti ho sporcato tutta, non avevo mai goduto così, sono ancora eccitato”
Spostai lo sguardo verso il suo membro, notai che era ancora duro, eretto. Mi sollevai, posizionandomici sopra a cavalcioni, mi penetrai da sola e cominciai a cavalcarlo, prima lentamente, e poi sempre più veloce. Mi chinai su di lui, ci baciammo dolcemente.
Gli domandai: “Non ti fa schifo baciarmi, e sentire il sapore del tuo sperma?” In quel momento mi sentivo totalmente sincera e spontanea.
“Non mi fa schifo niente – rispose altrettanto sincero - insieme possiamo fare tutto”
Sentii le sue dita che mi penetravano nuovamente dietro, nel buco del culetto che mi bruciava un po’. Le muoveva su e giù e le ruotava; accelerai un po’ il ritmo e lui mi seguiva. Mentre continuavamo a baciarci; mi sussurrò: “Ti piacerebbe se ci fosse un altro uomo dietro di te che ti inculasse?”
Io sospirai, lui penetrò più in profondità, sia con le dita, che con il cazzo ed insistette: “Dimmi…. dimmelo che vorresti un altro uomo che ti inculasse col suo cazzo grosso e duro nel tuo culetto!”
Io risposi: “Sì!... tutto quello che vuoi tu, lo voglio pure io!”
Sentii il suo liquido caldo riempirmi….. restammo immobili per molto tempo, teneramente abbracciati, godendo del reciproco possesso.
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4 years ago