Le avventure di una sgualdrina

Quel pomeriggio in tanti, evidentemente, avevano voglia. Un pomeriggio da “via uno, avanti un altro”. La cosa non mi dispiaceva affatto, anzi... Ma andiamo con ordine.

Ore 14,30: “Ho il mattarello duro e bello carico”, il messaggio non lasciava spazio a dubbi, aveva voglia di divertirsi ed io ero pronta a soddisfare le sue voglie. Ci eravamo conosciuti qualche giorno prima su una chat, lui 22 anni militare, era nella mia città per corsi. La chattata è stata piacevole, lui non aveva mai avuto esperienze “diverse” ma ne era attratto. Gli ho proposto un massaggio relax con olio che ha accettato.

Ritorniamo allora a quel pomeriggio e al suo messaggio. Gli ho detto che ero a casa e lui mi ha risposto che sarebbe arrivato entro un’ora. Intanto mi sono preparata e ho preparato il necessario per il massaggio.
Dopo un’ora mi ha scritto che era sotto casa.
“Sali”, gli scrissi.

Devo dire che le foto non gli rendevano giustizia, era decisamente meglio dal vivo; alto 188 e, anche se vestito, si intuiva che aveva un bel corpo.
“Allora mi massaggi?”, “bene, andiamo subito al sodo”, pensai.


Si spogliò ed ebbi la conferma all’intuizione, un bel corpo atletico, con una peluria decisamente sexy. Si sdraiò a pancia sotto, tenendo gli slip che evidenziavano un culo di tutto rispetto.
Iniziai il massaggio, le gambe erano pelose al punto giusto, belle sode.

Mi dedicai ai piedi, bei fettoni che avevano bisogno di essere massaggiati dopo tutte quelle ore trascorse con gli anfibi! Passai poi alla schiena e alle spalle, lui era tranquillo, rilassato.
Cominciai poi a massaggiare l’intersezione tra gli adduttori e le natiche, in modo soft e discreto, volevo capire se la cosa gli stesse piacendo.
“Se vuoi le tolgo”, “bene” pensai “gli piace”. Gli tolsi gli slip e mi si parò davanti un culo stupendo, alto, sodo con glutei sviluppati e allenati da sport. Glieli massaggiai, in modo lento prima e più energico poi. Lui apri un po' le gambe e mi mostrò il suo perineo.
Capii che era giunto il momento.
Iniziai a massaggiargli il perineo, sfiorando le sue palle e sfiorando il suo buchetto. Sollevò un po' il bacino, come se mi volesse dire “c’è altro lì, vedi cosa puoi fare”. Infilai la mano e trovai il mattarello che era duro e grosso. Doveva essere un bel cazzo. La forma, al tatto, era perfetta e con le misure eravamo decisamente sopra la media. Misi un po' di olio e lo massaggiai.

Era il momento di far aumentare la sua eccitazione.

Tornai a massaggiare i piedi. Ma aggiunsi un elemento, la mia lingua. Iniziai a leccarglieli e a succhiare le sue dita.
La cosa gli piaceva perché mi spingeva i piedi in faccia e iniziò a muovere il piede, mente io avevo il suo alluce in bocca, come se volesse scoparmi la bocca con il dito.
Tornai allora al perineo, glielo leccai.
Si mise a novanta e mi mise davanti al viso quel culo da urlo che chiedeva di essere leccato. Passai la lingua sul buchino, ansimò.

Gli piaceva.

Iniziai allora a leccargli il buco, passavo la lingua su e giù, dal buco al perineo. Spingevo la lingua nel buchetto, gli leccavo le natiche.
Andammo avanti così per dieci minuti abbondanti.
Ogni tanto gli tastavo il mattarello che era sempre duro, anzi sempre più duro.
Si girò, si sdraiò sulla schiena e finalmente mi mostrò il mattarello.
Ebbi la conferma visiva di ciò che le mani avevano già capito.
Decisamente un bel cazzo, grosso, con una bella cappella e duro come un vero mattarello.

Era giunto il momento, lo presi tutto in bocca. Lui gemette, evidentemente era al culmine dell’eccitazione.
Lo spompinai alternando la lingua alle mani, roteavo la lingua sulla cappella e sull’asta, lui mi spinse la testa e me lo trovai in gola, il mio naso era contro i suoi peli pubici che emanavano l’odore di maschio voglioso.
Mi scopò la bocca, voleva che mi arrivasse in gola, voleva sentire la mia gola e sentirlo avvolto dalla mia bocca. Muoveva il bacino con colpi regolari che lo affondavano sempre di più nella mia gola, io cercavo di non soffocare ma la sua mano mi bloccava la testa, potevo respirare poco ma la sensazione era bellissima e l’eccitazione a mille.

Dopo un numero considerevole di colpi, e quando io ero quasi in apnea perché respiravo poco avendo il naso contro il suo pube e la bocca piena di cazzo, mi alzò la testa e mi riversò il suo caldo succo in faccia con alcuni getti potenti che mi lavarono completamente il viso.
L’odore della sua sborra mi arrivava al cervello eccitandomi ancora di più e rendendomi soddisfatta del mio operato.

Lo avevo fatto godere. Il soldatino aveva avuto la sua prima esperienza “diversa”, se questa è stata la prima non oso immaginare come saranno quelle che verranno.


Ore 16. Mi arriva un messaggio “sono ad Roma di passaggio, le tue foto mi hanno eccitato e vorrei conoscerti”....
Guardo il suo profilo. Le foto sono molto esplicite, il fisico è atletico, la dotazione è notevole e ha foto mentre scopa, “promette bene il ragazzo” penso. Ha 24 anni, la descrizione è completa e non banale.

“Va bene, tra quanto?”, gli rispondo.”Se mi dici dove sei metto il navigatore e ti so dire”, gli do l’indirizzo “un quarto d'ora e sono lì”, “cazzo devo fare in fretta a prepararmi di nuovo”, penso e gli do la conferma.

Mi lavo, tolgo l’odore del soldatino e della sua sborra dal mio corpo, mi cambio e, appena finito di prepararmi, mi arriva il messaggio “sono qui”, puntualissimo è arrivato. Entra in casa ed è un bel ragazzo, non avevamo scambiato foto viso quindi il rischio era molto alto. La situazione era però così eccitante, da fuori uno avanti un altro, che ho tentato la sorte. “Posso darmi una sciacquata?”, “certo” gli rispondo, la pulizia è fondamentale e il ragazzo è pulito, la sorte continuò ad assistermi quel pomeriggio.

Si diede una rinfres**ta e arrivò in camera, si era spogliato ma aveva tenuto gli slip. Il tempo era breve, mi aveva infatti detto che sarebbe potuto restare poco.
Le sveltine, a volte, sanno però dare grandi soddisfazioni! Gli tolsi le mutande e iniziai a spompinare, il cazzo cresceva e lui guidava i movimenti della mia bocca con una mano sulla mia testa.
Il cazzo era davvero notevole e, ad ogni affondo nella mia gola, si induriva sempre di più.


Quando sento che il cazzo apprezza la mia bocca diventando come pietra mi eccito e succhio ancora meglio, più succhio più diventa duro, più diventa duro più mi eccito, un circolo vizioso di piacere.
Si fece spompinare per un po', sempre guidando i miei movimenti.
Ad un certo punto iniziò a cercare il mio cazzo, la sua mano lo trovò sotto la gonna che avevo indossato e lo segò.

Ma voleva altro.

Cambiò posizione e si mise in modo da darmi il suo cazzo in bocca e di prenderlo anche lui nella sua. Iniziammo un 69 da urlo.
I movimenti erano sincronizzati. Pompava lui, pompavo io. Roteavo io la lingua, roteava anche lui.
Iniziammo a succhiare in modo sempre più frenetico, lui si girò e si sdraiò su di me, il suo cazzo mi arrivò in gola, stavo soffocando ma continuai a pompare, lui non si staccò dal mio cazzo, il 69 continuava e aumentavano il desiderio e l’eccitazione. La prova era data dai due cazzi durissimi che riempivano le bocche e si spingevano nelle due gole.

Ma non era finita.

“Lo vuoi in culo?” Mi chiese tirando fuori il mio cazzo, duro come il marmo, dalla mia bocca.
“ Certo”, risposi. Il mio buchetto si era lubrificato come fa quando è particolarmente eccitato. Era quindi pronto a ricevere quella carne fresca.
Gli misi il preservativo e, dopo uno sputo per bagnare ancora un pochino il buco, me lo infilò tutto.
Io ero a pancia sotto e lui spingeva il cazzo come se volesse penetrarmi le viscere, i colpi erano precisi e decisi. Lo sentivo pompare e sentivo il rumore delle sue cosce contro le mie chiappe.
Non si fermò. Il tempo era poco, me lo aveva detto. Voleva sborrare scopandomi.
Iniziai a contrarre i muscoli per stringere il suo cazzo, aumentare il piacere e quindi farlo esplodere.
Il suo respiro aumentò.
Sborrò.
Diede ancora alcuni colpi e lo tirò fuori.
Il preservativo era bello pieno. “Cazzo è tardissimo”, disse.
Si pulì, si rivestì e uscì.
Il secondo round era andato.

Ma non era finita per quel pomeriggio.


Ore 19. “Finisco di lavorare e passo, fatti trovare a novanta sul letto con un preservativo sul culo, ti scopo, ti sborro in faccia e vado via perché i colleghi mi aspettano per cena”.

Pensavo che quel pomeriggio fosse finito e invece...... Ci eravamo sentiti tramite un sito di incontri, lui era nella mia città per lavoro.
Non era solo e non era facile per lui inventarsi una scusa e raggiungermi.
Pensavo di non riuscire ad incontrarlo e mi sarebbe spiaciuto perché era davvero un gran bel tipo. Capello corto castano, fisico palestrato, tatuaggi molto belli; le foto del profilo lo ritraevano spesso in costume e si intuiva un gran pacco, soprattutto in quelle in cui indossava un costume bianco, si potevano vedere anche le vene.
Il suo messaggio giunse quindi molto gradito.
Dovevo però lavarmi e prepararmi di nuovo.
Avevo mezz'ora circa, lui sarebbe passato alle 1930.
Mi cambiai e mi misi come mi aveva chiesto, prima aprii le porte, come mi aveva chiesto, in modo che potesse entrare e trovarmi pronta a ricevere il cazzone.
Puntuale mi mandò un messaggio, “ho parcheggiato, arrivo”.
Entrò e si complimentò “ ottimo, proprio come volevo, brava Troia. Ricevere un complimento fa sempre piacere, ero eccitata dall’idea che lo avesse già duro e fosse pronto a darmelo.
Si spogliò, sentivo i vestiti cadere a terra, uno dopo l’altro.

Tenne solo le calze, sportive. Solitamente non mi piace l’uomo che le tiene ma, complice forse la situazione, lui così era decisamente sexy.

Prese il preservativo e se lo mise. Il cazzo era quindi duro, vedermi a novanta, pronta, lo aveva evidentemente eccitato.
Il buco, come mi aveva chiesto, era già lubrificato e quindi pronto. Senza dire nulla, lo appoggiò contro il buco e lo spinse dentro.
Un colpo secco.
Per fortuna i cazzi del pomeriggio mi avevano allargata e lubrificata, altrimenti mi avrebbe rotta. Aveva infatti davvero un bel cazzo. Non lo avevo ancora visto ma lo sentivo che mi penetrava. Iniziò a darmi colpi regolari, io sempre a novanta.
Lui mise un piede sul letto, lì mi accorsi che aveva tenuto le calze, e continuò a fottermi. Non si fermò nemmeno quando mi spostai, mi misi fuori dal letto e mi piegai, lui aveva così il mio culo ad altezza cazzo e, stando in piedi, continuava a stantuffare. “Meno male che sono passato, il tuo culo è da urlo e non potevo non fotterlo”, mi disse mentre continuava a trapanare e io stringevo e aprivo il buco per aumentare il suo piacere.
Andammo avanti un po', lui con i suoi colpi sempre più decisi, io con le mie chiusure e aperture.
Ad un certo punto mi disse “adesso lo vedrai, girati che ti sborro in faccia”.
Quella era la conclusione che avevamo concordato, io non dovevo vedere il suo cazzo se non al momento della sborrata, dovevo immaginarlo sentendolo dentro e infatti, mentre mi scopava, mi immaginavo la forma e le vene che avevo intravvisto nelle sue foto in costume.

Lo tirò fuori, si tolse il preservativo, mi mise sdraiata con la testa fuori dal letto e mi sborrò in faccia. Sentivo gli schizzi caldi che mi lavavano la faccia, feci appena in tempo a vederlo, mentre lo segava per fare uscire il succo, la cappella bella grossa e quelle vene, più gonfie, rispetto alle foto.
Chiusi gli occhi quando il suo respiro si fece più profondo e poi fu solo caldo succo.....

Si ripulì, si rivestì e mi disse “ se torno ti scrivo, fatti sempre trovare così a novanta”.
Gepubliceerd door andy1004
1 jaar geleden
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