Una lettera

Ero sdraiata sul mio soffice letto, i miei lunghi capelli castani erano dispiegati sul cuscino. Impugnavo un foglio di carta che avevo discretamente ricevuto qualche ora prima.
Avevo già letto il contenuto, prima, al ristorante mentre pranzavo. Mentre leggevo quelle parole erotiche il mio corpo divenne caldo ed il respiro profondo. Non avrei potuto aspettare fino al rientro a casa.

Sfortunatamente ero a pranzo con una mia cara amica che aveva bisogno di qualcuno che ascoltasse i suoi problemi a le desse un consiglio. Feci del mio meglio per restare concentrata su quello che mi diceva ma era difficilissimo considerando che la mia mente era rapita dal contenuto della lettera. La mia gnoccolina diveniva sempre più bagnata attimo dopo attimo.

Lui (l’autore della lettera) ed io avevamo avuto solo un incontro di tipo sessuale, mesi prima, nell’area di parcheggio di un supermarket, lui si masturbò per me. Era seduto nel suo fuoristrada ed io, in piedi, fuori che lo guardavo. Era terribilmente eccitante guardarlo masturbarsi per me mentre la gente camminava intorno a noi. Non riesco ancora a togliermi dalla mente l’immagine del suo volto quando caricò tutto il suo sperma sulla sua pancia.

Finalmente riuscii a calmare la mia amica abbastanza da poterla lasciare senza sentirmi in colpa; raggiunsi la macchina e appena dentro sbottonai i jeans. Il tragitto verso casa durava almeno mezz’ora ed avevo intenzione di passare quel tempo saggiamente. Lessi ancora una volta la lettera prima di lasciare il parcheggio e ormai cominciavo a sentire le mutandine inzuppate.

Imboccai l’autostrada e lasciai che la mia mano si posasse tra le gambe. Giocavo con il clitoride senza voler raggiungere l’orgasmo, mi piaceva godermi le sensazioni che mi provocava. Sentendo il mio orgasmo crescere dentro di me, abbandonai il clitoride e mi dedicai a capezzoli, gia belli duri. Li pizzicavo e li torcevo piano, continuai questa sottile tortura fino a casa.

Finalmente ero a casa, sola, rileggendo le parole scritte su quel foglietto le mie dita cominciarono un lento percorso dalle labbra al collo per poi scendere giù verso i seni. Sentivo i capezzoli irrigiditi e dritti, sbottonai la camicetta scoprendo il mio petto, ben fissato in un reggiseno di merletto nero. Portai un dito alla mia bocca e con la lingua gli giravo intorno per inumidirne la punta. Feci scivolare il dito nel reggiseno lasciando che quest’ultimo mi strofinasse sui capezzoli facendoli indurire ancor più.

Sentivo l’umidità tra le mie gambe aumentare per le parole che leggevo e le sensazioni emanate dai capezzoli. Chiusi gli occhi mentre aprivo le gambe e potevo quasi sentire le tue mani sulle mie gambe mentre la tua lingua mi solleticava il clitoride. La mia mano si infilò nei pantaloni attenuando la necessità, che sentivo dentro di me, di essere toccata. Immaginai che la mia mano fosse, in realtà la tua bocca, e le mie dita, la tua lingua.

Inarcai la schiena spingendo il petto verso l’alto come se volessi esortarti a toccarle; infilai le mani dietro la schiena per sganciare il reggiseno. Le mie tette erano libere di muoversi mentre io mi muovevo. Tolsi i pantaloni e le mutandine, ammucchiandoli ai piedi del letto, ero sdraiata, nuda ed immaginavo che tu fossi lì a guardarmi.

Ancora, aprii le gambe in modo che le labbra si schiudessero rivelando il mio bocciolo gonfio. Poggiai un dito su ciascun lato del clito e premendo lo feci ergere, con il dito medio potevo toccarlo, su e giù. Pensavo che fosse la tua lingua e lo muovevo più veloce. La testa era reclinata e la bocca era aperta e io gemevo , gemevo.

Usai un dito dell’altra mano per penetrare la mia calda e bagnata fichetta. Mi scopai prima con uno solo poi ne aggiungi un secondo. Chiusi gli occhi e ti vedevo lì, accovacciato tra le mie gambe con la faccia schiacciata sulla mia fica. Le mie dita si muovevano freneticamente , come avrebbe fatto la tua lingua, portandomi presto al culmine del piacere.

La testa batteva sul cuscino e miei fianchi si muovevano selvaggiamente in attesa dell’orgasmo. Riversai i miei dolci umori immaginandoti che li gustavi goccia dopo goccia. Gemevo forte, gridando il tuo nome mentre la mia fica si stringeva sulle mie dita.

Ero ancora stesa mentre l’orgasmo scemava. Mi girai e vidi la lettera accartocciata al mio fianco, la presi, lisciai le piegature e la lessi ancora una volta sorridendo quando mi rivenne in mente la tua faccia. FINE
Gepubliceerd door andy1004
1 jaar geleden
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